GIULIA INNOCENZI: IL NOSTRO FOOD FOR PROFIT HA INCASSATO PIù DI DUNE 2 E ADESSO SONO I CINEMA A CERCARCI

Sul Style Magazine di gennaio/febbraio 2024 aveva raccontato tutto. Giulia Innocenzi nel suo articolo Morire di profitto, aveva svelato "il backstage" di Food for Profit. Il documentario sugli allevamenti intensivi che, da allora, è diventato "il documentario shock sugli allevamenti intensivi”. «All'epoca avevamo il film finito, ma non sapevamo come distribuirlo», ci dice. Perché adesso tutto è cambiato. Grazie ai social e al passaparola, il docu è diventato un successo. Giulia Innocenzi: accadono cose bellissime «Siamo il quarto film più visto in Italia. A 7 settimane dalle prime presentazioni siamo ancora nella Top 10 degli incassi». Ultima proiezione, a Milano il 14 aprile. Ultima per modo di dire. Sul sito ufficiale di Food for Profit, trovate calendario e come organizzare le visioni. Giulia, è un successo incredibile...  Ancora non riesco a capacitarmi. Abbiamo mostrato il nostro documentario al Parlamento Europeo e a quello Italiano. All'Assemblea Regionale Siciliana, al Consiglio Regionale di Emilia Romagna e Lombardia. Mostriamo il nostro film e abbiamo proposte politiche chiare che sottoponiamo a chi deve decidere a riguardo. Quando è uscito il pezzo su Style Magazine davvero non sapevamo come farlo vedere. I cinema e le piattaforme l'avevano rifiutato... E la svolta, qual è stata? In parallelo alle proiezioni "istituzionali", ne abbiamo organizzate a Milano e Roma. Invitando personaggi come Gabriele Muccino, Selvaggia Lucarelli che ne hanno colto la forza e hanno iniziato a parlarne. Squarciato il velo di omertà, è partita la valanga sui social. Abbiamo condiviso i contatti, e la gente ha iniziato a chiamare i cinema. Che ci hanno contattato, chiedendocelo... Avete superato come incassi persino Dune 2... Siamo usciti in più di 300 cinema, abbiamo avuto oltre 500 proiezioni... E i dati sono in crescita costante. Le storie e le immagini di Food for Profit Il vostro segreto, forse, è che siete molto sinceri e concreti. Mostrate storie, immagini e dati terribili: come quello della Murcia, in Spagna, dove gli umani sono 1,5 milioni e i suini 500.000 in più...  Coi liquami, che sarebbero le feci dei maiali, che equivalgono a 1500 piscine olimpioniche. È un'immagine fortissima. Come quella dell'unico abitante rimasto a Zuromin, in Polonia. Vive circondato da 40 capannoni con milioni di polli. Il villaggio è abbandonato, lui resta perché è anziano. Ma la sua abitazione è stata svalutata del 90%, che per me è una sottostima. Solo lui, i polli, la puzza e i camion che vanno avanti e indietro. I suoi nipoti non vogliono andare a trovarlo, per via dell'aria irrespirabile... Agli orrori sugli animali aggiungete i pericoli per la nostra salute. Il Mar Menor, in Spagna, è pieno di pesci morti. Era un paradiso che adesso, hai scritto, è “una Miami di terzo rango”. E il governo locale dice che è colpa del cambiamento climatico...  Invece la verità è che lì arrivano le acque sotterranee della Murcia. I nitrati sottraggono ossigeno, causando la moria dei pesci, ma il governo locale dà la colpa al caldo. I comitati civici chiedono di fermare un'industria che tra l'altro ha bisogno di tantissima acqua. Quando in Spagna è in corso, da tempo, una profonda siccità... Anche in Italia va sempre peggio E noi? In una classifica "ideale" l'Italia dove si posizionerebbe? I politici osannano il Made in Italy e i suoi controlli. Esaltano il nostro sistema veterinario, che sarebbe il migliore del mondo. Non è così. Va sempre peggio. Stanno chiudendo le piccole/medie imprese, mentre proliferano i maxi allevamenti. Emilia Romagna e Lombardia sono le regioni con più maiali. Brescia, Cremona e Mantova le province in testa alla classifica. Abbiamo chiesto di bloccare le autorizzazioni per nuovi allevamenti intensivi e l'allargamento di quelli esistenti. Farebbe sicuramente meglio anche alla nostra salute. L'ammoniaca, che è il gas prodotto dalle deiezioni in particolare di suini e polli, è pericolosa quanto le polveri sottili. In Italia ci sono 50.000 morti premature per malattie respiratorie... Però di questo non si parla. E non è vero che è inevitabile perché la pianura padana è un catino. Proprio perché lo è e l'aria non circola, dovremmo intervenire su questo sistema produttivo. Ogni italiano mangia in media 80 kg di carne all'anno Cosa possiamo fare noi singoli al supermercato? Poi è anche vero che dovremmo mangiare solo salmone selvaggio, perché quello "affumicato normale" viene da animali prigionieri in vasche in cui si cibano di coloranti, antibiotici e delle loro feci... Ma il salmone selvaggio costa di più. Un altro problema.  Gli italiani dovrebbero ridurre il consumo di carne. Siamo a una media di 80 kg annui per singolo: il triplo di quanta ne mangiavano i nostri nonni. E di quanto prescrive la dieta mediterranea che ormai segue solo il 10% della popolazione. Poi: guardando le etichette non possiamo conoscere la provenienza dei prodotti. Però, visto che questi maxi allevamenti sono ormai il 90%, è inevitabile che venga tutto da lì... E poi anche il biologico ha le sue criticità. Più che altro a livelli di controllo, visto che sono le stesse aziende a "scegliere" il proprio certificatore, che sono loro stessi a pagare. Un conflitto di interesse che non permette controlli efficaci. Ultima domanda: sei vegetariana? Quando sono in giro. A casa, sono vegana...

2024-04-15T16:57:02Z dg43tfdfdgfd