"OLTRE METà DEI CONTRIBUTI ALLE FAMIGLIE STRANIERE". IL SOLITO WELFARE DEL PD A MILANO

La città di Milano, negli ultimi dieci anni, ha perso pressoché tutto l'appeal che faticosamente aveva guadagnato in passato come motore economico d'Italia, città della moda e della movida. La sicurezza è diventata un miraggio nella città amministrata da Beppe Sala, capace di diventare un fattore respingente per il turismo. Il mito di Milano è crollato e sono sempre di più gli italiani che scappano dalla metropoli per andare a vivere nelle città della cintura o, addirittura, lontani dal capoluogo. L'invivibilità della metropoli, figlia anche delle politiche della giunta che la gestisce da due mandati, è figlia anche della spinta forzata all'inclusione, talmente ideologica e portata al limite da arrivare alla distorsione dell'esclusione.

È questa la sensazione, che ormai è quasi una certezza, davanti ai dati che arrivano dal Comune di Milano. Dati che sembrano interessare poco, visto che l'opinione pubblica non dimostra interesse in tal senso, ma che dimostrano come gli italiani che vivono nella città di Sala subiscono un trattamento diverso rispetto agli stranieri, tanto da sembrare quasi dei cittadini di "serie B", penalizzati nell'erogazione dei contributi e negli aiuti da parte del Comune, che da tempo finiscono in larga parte nelle tasche delle famiglie straniere. È questa la denuncia di Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega, che con un'interrogazione alla giunta ha chiesto la composizione delle erogazioni per il contributo affitti 2023 per le famiglie residenti a Milano.

"Il sostegno affitti dedicato alle coppie con un figlio appena nato, con almeno un componente under 35 e un Isee inferiore a 30mila euro, nel 2023, è finito nel 53.8% dei casi a famiglie straniere: oltre la metà del totale, per un importo di 1.1 milioni di euro nel prossimo triennio contro i 950.000 destinati agli italiani", spiega Sardone in una nota quello che definisce il "solito welfare caro alla sinistra". Le agevolazioni per le famiglie straniere sono piuttosto numerose e pressoché sempre in misura superiore rispetto a quelle delle italiane, "lo avevamo visto con le bebè card, coi sostegni al reddito, con l’esenzione mense scolastiche, con le borse lavoro e ora ecco anche gli squilibri del sostegno affitti". Tutto questo, sottolinea l'esponente leghista, "in una città dove gli immigrati rappresentano circa il 20% della popolazione".

Davanti a queste proporzioni, si chiede Sardone, "com’è possibile che i sussidi finiscano in larga parte sempre a loro? Quando da sinistra gridano al razzismo perché non danno un’occhiata a questi numeri?". Forse, se dovessero prestarci attenzione, "si accorgeranno che se esiste una discriminazione è quella a danno degli italiani, specie quelli in difficoltà".

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